laboratorio donnae

da quando era peccato a fondamento di diritto

Lotte Lasertein

Veramente in pochi decenni per alcuni aspetti degli orientamenti personali si sono avuti dei capovolgimenti di senso. Ma anche un desiderio di conformismo che viene proposto come evoluzione e progresso. Nell’opinione pubblica più avanzata si è fatta strada una concezione che basandosi su buoni sentimenti e accoglienza intende sostenere l’opportunità di dare forma giuridica alle relazioni affettive e sessuali. Personalmente ho considerato come dimostrazione di arcaicità presente e permanente nel nostro ordinamento giuridico il fatto che la sessualità sia uno dei principi ordinatori della vita sociale e definizione di civiltà.
Un fondamento patriarcale ordina nel matrimonio la sessualità riproduttiva, l’organizzazione della famiglia, il diritto proprietario e ereditario, e tutto quanto ne deriva in definizione di ceti, classi sociali, poteri economici, forme politiche. La regolamentazione della sessualità riproduttiva ha trovato nel matrimonio il luogo privilegiato se non esclusivo in cui esprimersi. Nei diversi tempi le altre espressioni, forme e orientamenti, sono state assoggettate a forme di tolleranza, subordinazione e marginalità compatibili con il matrimonio, oppure a grave intolleranza, divieto e persecuzione in quanto ritenute di intralcio al vivere sociale e all’esigenza di sua conservazione tramite la riproduzione. Una legge naturale richiamata come fondamento del diritto civile. In tale senso l’assunzione di responsabilità nei confronti delle nuove vite messe al mondo ha avuto modo di esprimersi come dimensione di accudimento e di cura, di educazione e di socializzazione. Il matrimonio e la famiglia come necessità e opportunità per la conservazione della specie e di riproduzione sociale.
In varie epoche l’omosessualità in quanto incompatibile con la conservazione della specie e con la riproduzione sociale ha anche subito forme di emarginazione, condanna, derisione. Con tutte le crudeltà che la specie umana può essere capace di manifestare. In un contesto segnato anche dalla visione religiosa e dal potere delle paure che le religioni riescono a esercitare l’omosessualità in generale e le persone con tali orientamenti sono state soffocate nella vergogna e nella negazione dell’essere. Un peccato di deviazione dalla natura, e un peccato duplice in quanto inerente la sessualità e tutte le forme di tabuizzazione ad essa connesse.
Dopo lunghi anni di lotte per detabuizzare la sessualità e per garantire la libertà dei comportamenti individuali, il superamento di discriminazioni derivanti dagli orientamenti sessuali si giunge a nuovi bisogni rivendicati come diritti. Il desiderio di famiglia, di regolamentazione, di sacralizzazione oscilla a mio avviso tra conformismo e opportunismo.
Conformismo nel volere essere come gli altri, a essere riconosciuti come coppia legalizzata e innovativa del cambiamento sociale. E di conseguenza rivendicazione di diritti di coppia con il diritto della riproduzione maschile con uteri (= donne) in affitto, o adozione di bambini e bambine come coppia genitoriale. Io credo che i diritti da sostenere sarebbero individuali e non di coppia, che ogni persona abbia diritto a vivere la propria sessualità e a non esser discriminato in base all’orientamento che manifesta, e che può anche modificare nel tempo e nelle diverse circostanze. Diritti di individui sessuati non significa diritti che debbano derivare dalla sessualità e dalle relazioni sessuali che gli individui intrattengono.
E perché poi solo le relazioni stabili e non quelle transitorie o anche occasionali?
Opportunismo nella rivendicazione di diritti ereditari per beni immobili, cosa che sarebbe risolvibile con testamento, donazione, compravendita a favore dell’altra persona mentre si è ancora in vita. Per le pensioni poi dovremmo chiederci se la reversibilità dovrebbe essere prevista a vantaggio di chiunque abbia coabitato, due amiche, due fratelli, un’anziana e la badante o solo a vantaggio di chi ha avuto relazione sessuale stabile e continuativa con la persona defunta. E andrebbero calcolati anche gli anni? Ho fatto tali riflessioni in seguito al gran commento sugli esiti del referendum nella cattolica Irlanda, cosa che desta sorpresa e meraviglia. Ma non è così. L’esigenza di affrancarsi da relazioni peccaminose, di essere accolti nella comunità, di uscire per via legale dal disagio del senso di colpa, e anche di essere misericordiosi nei confronti degli altri fratelli, ha potuto fornire criterio di valutazione e di voto. Niente di progressivo. Una grande tristezza per tale fragile prova di sofferenza.

Saluti pensierosi Giusi Ambrosio

immagine di Lotte Lasertein

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Questa voce è stata pubblicata il 1 giugno 2015 da in diritti, generi, omosessualità, politica con tag , , , .

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