laboratorio donnae

restituzione 3° appuntamento Donnae

Femminismo molecolare

A Pesaro per il terzo appuntamento Donnae, eravamo in trenta a parlare di libertà; una cosa così grande che “non sta nelle mani”, ha detto più di una.  Per questo nella prima parte dei lavori ciascuna ha tenuto a dire cosa intende per libertà. Non sono in grado di restituire tutto quello che ci siamo dette e che riguarda le vite delle presenti, posso provare a dire quella parte dei lavori in cui molto abbiamo ragionato sulla ricaduta della libertà nella costruzione del genere politico.

L’esperienza ci insegna che la libertà per essere nominata e rappresentata ha bisogno delle altre, dell’altro. Dalle relazioni prende misura e consistenza.

Questo passaggio è stato cruciale nella discussione e ci ha portato a riflettere sulla politica che abbiamo fatto e su quella che vogliamo fare. La dimensione fisica di Laboratorio Donnae  si realizza negli  appuntamenti periodici, aperti a donne provenienti da diverse esperienze, oltre che da città diverse.  Ad ogni appuntamento ci riconvochiamo per la volta successiva e decidiamo se darci una traccia su cui riflettere e anche come e dove ritrovarci

La scommessa di Laboratorio Donnae è stata, fin da subito, immaginare che tra un appuntamento e l’altro, grazie alla “vicinanza” tra noi,  chi avesse un sogno, un progetto, un’idea trovasse nelle altre la forza necessaria per realizzarlo. Poteva essere un progetto che riguarda il lavoro, la vita o la politica, non ha importanza; importa invece la consapevolezza  del proprio desiderio. La narrazione di quanto accade tra un appuntamento e l’altro diventa materia su cui  pensare e discutere.

Gli appuntamenti Donnae sono diventati  l’occasione per quante cercano una dimensione femminista, collettiva; l’accesso per quelle donne che, pur non avendo conosciuto il femminismo degli anni settanta, sono consapevoli di avere una storia alle spalle – una genealogia –  e desiderano farne  parte, ma non sanno come fare.

Dalle parole delle presenti è emerso con evidenza come il protagonismo femminile percorre vie  non convenzionali e non più riconducibili ad un’unica appartenenza. Il femminismo, oggi più di ieri, non si può  rappresentare come un monolite;  è stato sempre costituito da una molteplicità di pratiche e di rappresentazioni. Oggi è  diventato, per così dire, molecolare. Anche grazie al web.

Laboratorio Donnae ha assunto questo dato come un fatto nuovo e imprescindibile per fare politica.

Questo significa rileggere i tentativi fatti, anche nel passato recente, di avviare progetti politici unitari, aggreganti. Ciclicamente la politica delle donne torna sull’idea che l’essere tante e unite ci renda più forti, più visibili, più contrattuali. Tutte insieme però non funziona in base a modelli organizzativi e non funziona se finalizzato a politiche di parte.

Funziona – accade – quando una/alcune trovano le parole giuste, si dimostrano capaci di raggiungere il cuore e la testa delle donne. Questo determina l’egemonia e la circoscrive.

La volontà di stare su di sé nella vita come nella politica, la titolarità rivendicata con passione in questi giorni a Pesaro non riguardano solo noi, ma tante più donne. Titolarità e libertà sono sorelle e non sopportano l’uso sconsiderato dei corpi, del tempo e delle risorse. A cominciare da noi.

Per conoscerci meglio, per conoscere altre  continueremo a darci appuntamento nelle città dove alcune di noi hanno intrecciato relazioni e progetti.

La prossima volta ci vediamo a  Manfredonia sabato 16 e domenica 17 novembre 2013, dove vive Annarita Del Vecchio.

Nella serata di sabato c’è stata la presentazione pubblica  di contro versapresenti due delle dieci autrici: Monia Andreani e Loredana De Vitis. L’introduzione fatta da me,  le relazioni delle autrici che si  sono generosamente spese, il dibattito che ne è seguito hanno fatto nascere in molte la curiosità di saperne di più sulla storia del femminismo in Italia.

In chiusura dei lavori, accogliendo questo desiderio, ho annunciato che avrei programmato incontri con donne che quella storia l’hanno vissuta. Vi farò sapere.

Grazie, infine, alle donne dell’Udi di Pesaro che hanno favorito la riuscita di questo appuntamento con contributi di pensiero e con l’accoglienza generosa e sapiente.

A presto, Pina Nuzzo

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