di Nicoletta Nuzzo
A Perugia è il nostro terzo lunedì, siamo in meno dell’altra volta, Rita dice “Dì a Pina che il numero varia ma ci siamo”. Essere poche essere molte importa sì ma sappiamo che noi lì intorno alla Fontana è come fossimo già tante con la nostra troppa storia. “noi lucerne custodite di parole e occhi attenti,/di brusio nelle piazze,/di passi solitari e assorti,/di luna vertice di pensieri-maree,”.(1)
Una storia doppia la mia, tra oblio e tempesta, ritrovare un io abbastanza consapevole da mostrarsi al tu senza confondersi nel sommerso, nell’indistinto. Caparbietà e passione di essere me stessa con le altre ma anche in una discesa nel Regno delle mie ombre. Bisogno di trascendenza, non mancare l’essere, dargli una forma vivente e in evoluzione. E di nuovo accade, un altro no da dire insieme alle altre contro la violenza di un sistema patriarcale che separa e uccide i figli per vendicarsi di un corpo di donna che genera, di nuovo una terra avvelenata da un maschile accecato dall’invidia e dal potere.
Adesso siamo poche, ma abbiamo un’eredità di libertà da spendere, trovando quello spazio intermedio tra la rabbia e il nulla da dove portarci in voce e pensiero.
‘Di lunedì a Perugia’
con velo e abiti lunghi pietrosi
tu cammini appropriata
dall’alto di una fontana nei secoli stranieri
mentre io ti guardo fluviale
e offro la mia fiammella nelle mani di altre donne,
noi lucerne custodite di parole e occhi attenti,
di brusio nelle piazze,
di passi solitari e assorti,
di luna vertice di pensieri-maree,
ardenti e concentrate in un punto fermo radice di latte materno.
Sacro di natura e femminea volontà
che ci sfida all’essere,
lontane da alambicchi sterili.
( Nicoletta Nuzzo)
1) dalla poesia ‘Di lunedì a Perugia’ di Nicoletta Nuzzo, scritta in occasione dell’evento di lunedì 7 febbraio 2022 a Perugia in sostegno delle madri vittime di violenza istituzionale.