laboratorio donnae

Non è un mio problema se la destra fa ciò che la sinistra non ha mai messo neanche in agenda.

Nel gennaio del 2020 ho ricevuto da Se non ora quando – Libere  questo messaggio: “Cara Pina, dopo la formazione del governo spagnolo con il NO alla surrogata nel loro programma di governo, come rete contro la surrogata abbiamo deciso di inviare una lettera alle forze di governo del nostro paese per sollecitare una loro presa di posizione.”  Ho firmato, anche a nome del Laboratorio, e ringraziato le donne della rete contro la surrogata che avevano preso l’iniziativa.

In quel momento il Presidente del Consiglio era Conte, al suo secondo incarico, (5 settembre 2019/ 13 febbraio 2021) e il suo governo era sostenuto da una coalizione composta da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva (quest’ultima dal 18 settembre 2019 al 13 gennaio 2021).

A ciascuna forza di governo si chiedeva “di impegnare con chiarezza e determinazione il suo partito a sostenere e mantenere il divieto di maternità surrogata, nonché a intraprendere tutte le azioni politiche necessarie a ostacolare il ricorso delle nostre concittadine-i a questa pratica all’estero. La invitiamo altresì a sostenere la campagna internazionale per l’abolizione universale dell’utero in affitto.” Qui il testo completo, ma soprattutto si possono leggere le firme che l’accompagnavano.

Tanti di quei nomi li ritroviamo nell’appello La maternità surrogata offende la dignità delle donne e i diritti dei bambini promosso dalla ‘Rete No Gpa’  e che inizia così: Come ha scritto la Corte Costituzionale nella sentenza n. 79 del 23 febbraio 2022, riprendendo le sentenze n. 272 del 2017 e n. 33 del 2021, la surrogata “(…) offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, assecondando un’inaccettabile mercificazione del corpo, spesso a scapito delle donne maggiormente vulnerabili sul piano economico e sociale. Qui il testo completo e le firme che lo lanciano, tra cui la mia.

L’appello viene lanciato il 29 maggio in uno scenario politico profondamente mutato. Presidente del Consiglio è Giorgia Meloni e il suo governo, sostenuto da una coalizione di centro-destra, intende proporre una legge per rendere la maternità surrogata un reato universale. E’ risaputo che la maternità surrogata è già vietata e sanzionata in Italia, ma con la modifica proposta da FdI la gestazione per altri diventa reato anche se praticato all’estero. A cambiare infatti sarebbe l’articolo 12 della legge 40 del 2004 che allargherebbe il perimetro della perseguibilità del reato aggiungendo «commesso all’estero da cittadino italiano». È all’estero, infatti, che si svolge nella maggior parte dei casi questa pratica, visto che in Italia non si può.

 Il 31 maggio la proposta di legge inizia il suo iter in Commissione Giustizia alla Camera.

Intanto con la pubblicazione dell’Appello si apre nel centro-sinistra, un confronto più capillare, seppure poco evidente, ma forse più importante degli articoli sui giornali e dei posizionamenti di leader e dirigenti.

“Il primo obiettivo del nostro appello è già raggiunto: chiarire che nel campo largo della sinistra esiste un’area contraria alla Gpa. Era già chiaro, ma oggi ribadiamo con più forza che progressista non è l’utero in affitto ma il fatto che i bambini non si comprano, non si vendono, non si regalano». Aurelio Mancuso, già presidente di Arcigay, fondatore di Equality Italia, spiega così l’appello diramato come coordinatore della “Rete No Gpa”, che ha già raccolto 600 firme di primo piano dalle più diverse provenienze. «Una Rete nata nel 2019 perché in Italia la Gpa resti reato e nel mondo sia bandita».

Questo passaggio di un’intervista di Mancuso riassume il sentimento con cui ho firmato l’appello della Rete, pur sapendo che ci sono dei distinguo tra i firmatari, ma a me interessa la sostanza, e cioè non far passare l’idea che essere di sinistra voglia dire essere accomodanti o favorevoli a uteri solidali e bambini concepiti come merce. A sinistra ci siamo anche noi, ci sono anch’io e non sottovaluto la mediazione in politica.

Intanto il 19 giugno la proposta di legge torna in Aula preceduta dal plauso “delle più importanti organizzazioni abolizioniste di tutto il mondo e da un drappello di femministe dai nomi altisonanti, dalla francese Agacinski all’americana Corea. «I deputati italiani hanno oggi una opportunità storica»: dichiarare fuorilegge la pratica della gestazione per altri (Gpa), «nuova forma di tratta», dovunque sia realizzata. «Attendiamo il loro voto con speranza e fiducia».  Pochi giorni fa oltre 500 intellettuali e politici italiani di area progressista hanno avviato una petizione contro la maternità surrogata, vista come lesiva della dignità delle donne e dei bambini, ma senza nominare espressamente la proposta di legge, sostenuta da tutto il centro destra. Ragioni politiche, evidentemente. Preoccupazioni di casacca che non toccano chi in questi anni ha imbastito una articolata rete per l’abolizione universale della maternità surrogata. In primis la Rete italiana per l’inviolabilità del corpo femminile che ha rilanciato la grande mobilitazione internazionale per l’utero in affitto reato universale, insieme a Radfem Italia e Finaargit (rete femminista internazionale contro ogni riproduzione artificiale, ideologia gender e transumanesimo). Qui l’articolo di Avvenire.

Io, femminista, mi auguro che il 19 giugno la proposta di legge sia approvata. Non è un mio problema se la destra fa ciò che la sinistra non ha mai messo neanche in agenda.

Pina Nuzzo

immagine Judy Chicago, Queen Victoria from the Great Ladies

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Questa voce è stata pubblicata il 9 giugno 2023 da in corpo generativo, donne, maternità, maternità surrogata.

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