Annarita, pochi giorni fa su Fb:
Costruire a partire dalla mancanza significa riempire un vuoto, affannarsi nella paura, andare a casaccio. Costruire a partire dal bisogno significa ri-conoscersi, ascoltarsi, mettere un passo dopo l’altro
Pina commenta:
due parole in più?
Annarita risponde:
Per me.
La mancanza è privazione, assenza.
La mancanza genera una serie di emozioni e sensazioni che operano una vera e propria distorsione sulla realtà.
Spesso accade che ci si abitui a vivere nella mancanza, idealizzandola.
Allora il focus dell’attenzione si sposta da dentro a fuori portando ad una perdita di radicamento rispetto a se stessi/e.
Perdere quel radicamento porta ad affannarsi verso una ricerca esterna nel vano tentativo di trovare una soluzione per riempire quel vuoto.
E quando il vuoto è troppo grande (o la percezione di esso è insostenibile) allora qualsiasi cosa andrà bene, pur di non “sentire”.
Il bisogno invece, lo sento, lo riconosco. E come se il bisogno trovasse le parole per definirsi, per manifestarsi in quanto non è accompagnato da quella sensazione di “perdita”.
Il bisogno riporta a sé.
Ed è per tale ragione che in un percorso diventa volano di consapevolezza e costruzione di altro.
Io penso, diciamo sento.
immagine Speed Julie
un’altra parola da inserire? io direi desiderio.
Mancanza e bisogno potrebbero fermarsi e riconoscersi in una dimensione solo corporea, in cui l’appagamento conclude la tensione e lo slancio.
Desiderio forse amplia l’anelito e lo proietta in una dimensione del divenire che non si acquieta. Un saluto Giusi Ambrosio
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