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grande guerra, mi fanno tristezza queste “ricostruzioni”

18. Claudia Contin_La guerra del poeta_ph. Renato PatatGiorni fa è stato presentato a Trieste il calendario sulla Grande Guerra dell’ Esercito Italiano – “CalendEsercito 2015”-  alla presenza della Ministra Pinotti, della Presidente della Regione Serracchiani e del Capo di S.M.E. Gen. C.A. Granziano.

In Piazza Unità è stata anche allestita una mostra di mezzi con personale militare in tenuta storica. Penso che parlare di primo conflitto mondiale nel 2014 a Trieste che era allora austriaca sia sbagliato e oltretutto offensivo nei confronti dell’Austria, delle vittime, delle vedove e dei figli di quei morti. Suppongo che sia dovuto all’ignoranza e mi vergogno per le Istituzioni.

Sono nipote di soldati (uno di nazionalità italiana e l’altro slovena) che sono dovuti andare in guerra con l’ Austria sicuramente non volontari come la stragrande maggioranza dei militari di tutte le guerre.
Mi fanno tristezza queste “ricostruzioni” quando penso ai morti anche ai morti per fame, alle vedove, ai figli, alle miserie.
Guardando quei “figuranti” ho visto tra loro anche donne con addosso le divise del Regio Esercito Italiano! Una inutile pagliacciata o anche qui vera ignoranza? Ignorano costoro che il patrio esercito allora come fino a pochi anni fa soldati donna non li prevedeva?

Si è forse scelto di fare un’operazione “simpatia” sulla pelle di quei poveretti che un secolo fa si immolarono per una Patria che li sta celebrando con tanta leggerezza, quasi fosse una burla? Lo Stato Maggiore dell’Esercito e il suo Ufficio Storico lo sanno o no che le donne nella Grande Guerra ebbero il loro determinante ruolo in altri ambiti, dalla Croce rossa, alle Portatrici Carniche, dai campi, alle fabbriche, al lavoro familiare, agli affetti?

Era forse troppo “sessista” vestire quei soldati donna con gli abiti delle loro più che coraggiose bisnonne?
Evidentemente si! Più bello e “carino” infagottarle nelle gloriose tenute in grigio verde, mal portate, con mostreggiature oggettivamente ridicole e pure di pessima foggia.Non ho letto rilievi da parte di nessuno, purtroppo. Per questo scrivo, convinta che ricordare quella guerra (come tutte le guerre) debba essere una cosa seria, non una “carnevalata”.

Ester Pacor

Claudia Contin, La guerra del poeta, ph. Renato Patat

 

 

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Questa voce è stata pubblicata il 26 ottobre 2014 da in ambiente, conosciamoci, donne con tag , , , , .

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