Nella vicenda del suicidio del monsignor Maks Suard di Santa Croce, Trieste, in conseguenza delle vicende di violenza subite da una parrocchiana già 17 anni fa, mi rammarico, leggendo vari articoli a riguardo, nel costatare come la questione sia stata ribaltata in modo da far sembrare il suicida una vittima; messe locali e nella cattedrale di San Giusto per ricordate il suicida, addirittura offerte dei giovani al parroco violentatore, tutto ciò supportato da politici.
Il richiamo del vescovo Giampaolo Crepaldi mi sembra molto opportuno e dimostra l’apertura attuale della chiesa nei casi di violenza subiti da minori. Mi rammarico soprattutto nello scoprire attraverso l’articolo apparso ieri sul Piccolo (giornale locale), sulle dichiarazioni dell’intellettuale internazionale Boris Pahor che detta violenza vuole essere trasmessa come atto non molto grave, poiché tra l’ex parroco e la vittima c’era un attrazione? Scusate??? Ma la vittima aveva 13 anni, mentre l’artefice era un uomo adulto di 33 anni. Non è violenza questa? Successivamente c’era anche scritto che è diversa la violenza se fatta su dei maschi? Mi pare di stare davanti all’ennesima dichiarazione di discriminazione.
Chiedo che per favore ci sia una replica a riguardo di qualche psicologa e giurista a livello nazionale e locale che descriva la gravità dell’atto, violenze su minori che siano ragazze o ragazzi. Nella piccola comunità slovena si è ribaltato il fatto e fatto sembrare come un attacco a questa comunità, ma la politica, scusate, non c’entra proprio nulla.
Bisogna poter supportare la giovane donna che ha denunciato dopo tutti questi anni e di cui la vita è stata gravemente compromessa. Bisogna appoggiare queste denuncie. Di fronte a tutto ciò non posso stare zitta.
Monika Milic
immagine di Zheng Rong 2013