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le combattenti che non conosciamo

11045352_10153698140974616_5897435933218749869_n “La Storia che non conosciamo: nel 40 d.C., due sorelle di 24 e 23 anni, Trưng Trắc (徵側) e Trưng Nhị (徵貳), realizzarono l’impensabile (per noi). Si misero a capo di un esercito di ottantamila combattenti, composto sia da uomini che da donne (tra le quali molte generalesse) e cacciarono le truppe cinesi dal Giao Chi (Vietnam del Nord). L’esercito delle due sorelle liberò circa 65 città. Cacciati gli invasori, Trưng Trắc si proclamò  regina e governò insieme alla sorella per 3 anni. Fu uno dei più duri colpi inflitti all’armata imperiale cinese. Questa vicenda è narrata sia da fonti viet ( Đại Việt sử ký toàn thư, scritto da Ngô Sĩ Liên) sia cinesi (Libro degli Han posteriori di Fan Ye).

Piccola morale: prima di fare affermazioni perentorie circa la “naturalezza” di certe concezioni della donna – ad esempio che la sua capacità combattente sia inferiore di natura, o che sia naturalmente poco incline al combattimento – magari un’occhiata a ciò che è successo in altre culture diamola…”

Così ha scritto Alessandra Chiricosta sul suo profilo Facebook, ma non ha detto che questa storia si può leggere nel libro “Vietnam, Miti e racconti” tradotto e curato da lei e da Maurizio Gatti.  Un libro con tante storie  che tratteggiano il “paesaggio culturale” del Vietnam e rivelano il modo di concepire il mondo e di autorappresentarsi del popolo Viet.  Un viaggio in un mondo altro, ma abitato da figure maschili e femminili che parlano a noi. Un viaggio dove incontri le combattenti che non ti aspetti e che fa venire voglia di cercare nelle leggende di casa nostra le combattenti che non conosciamo.

immagine,  come vengono rappresentate in Vietnam le due sorelle  

6 commenti su “le combattenti che non conosciamo

  1. Silvia Neonato
    12 marzo 2015

    molto interessante, grazie

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  2. paolam
    13 marzo 2015

    Non solo in altre culture, anche nelle nostre: il medioevo ha conosciuto regine, contesse etc. governanti e combattenti. E’ il vantaggio delle società in cui il potere pubblico si trasmette per linea familiare, perché in quella linea talvolta riescono a entrarci anche le donne. E questa modalità poteva agire anche nelle società antiche dominate dalle aristocrazie, insomma finché sono poche, possono andare. L’esperimento vietnamita, di cui so troppo poco per giudicare, mi sembra un pochino più strutturato, quindi interessante, ma finì presto per la reazione dell’impero cinese.

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  3. paolam
    13 marzo 2015

    E grazie del suggerimento di lettura!

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  4. alessandra
    13 marzo 2015

    Grazie del commento, Paola. La vicenda delle Hai Ba Trung si cala nel contesto della cultura Viet pre colonizzazione cinese, che gli studiosi locali definiscono matrilineare e matrifocale. La figura delle due regine richiamerebbe direttamente ad una struttura politica precedente. Ma il loro esperimento non si fermo’ li’. Duecento anni dopo, un’altra condottiera, Ba Trieu (Signora Trieu) guido’ una ribellione vittoriosa conto l’impero cinese. Di nuovo, gli eserciti erano composti da donne e uomini. Tra l’altro, Ba Trieu viene spesso rappresentata con seni enormi e a cavallo di un elefante, come a voler esprimere che la sua forza, anche fisica, che le consentiva di cavalcare un simile animale non fosse per nulla in contrasto con il suo corpo di donna, anzi! Lungo tutta la storia viet riaffiorano figure di questo tipo, non solo tra le nobile donne…fino a giungere alle donne combattenti della resistenza viet contro il colonialismo francese e l’imperialismo americano.

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  5. simonettaspinelli2013
    15 marzo 2015

    Per fortuna Alessandra e’ una combattente che conosciamo

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  6. laboratorio donnae
    16 marzo 2015

    Commento di Giusi Ambrosio all’articolo Le combattenti che non conosciamo.

    Molto utile e interessante la segnalazione, grazie. Sollevo due considerazioni politiche: la prima riguarda la scarsa conoscenza che in generale si ha della storia, anche all’interno del movimento delle donne al cui interno è prevalsa la visione limitata all’Ottocento e al Novecento in cui le rivendicazioni femminili hanno visto prevalentemente l’emergere delle donne del ceto medio e borghese, escluse dal mondo del lavoro e recluse in una condizione di domestica femminilità.
    Altro elemento limitante della conoscenza della storia nella sua declinazione di genere è da ricercarsi in una comprensibile scelta di non considerare come storia delle donne quanto era ascrivibile alla dimensione del Potere, politico, militare, culturale e quindi di di ignorare la dimensione della lotta in tali ambiti e primo fra tutti quello militare. Che alcune donne possano aver lottato,combattuto e anche vinto è parso come segno di una uniformità al genere maschile e non come una qualità da riconoscere e valorizzare. E’ uno dei nodi intricati del dibattito o scontro tra uguaglianza/ differenza.
    Ritengo opportuno che una riscrittura della storia e una sua conoscenza diffusa non si basi su tabù e censure di genere, ma comprenda la complessità e la molteplicità in cui il vivere e l’agire hanno trovato forme e modalità per esprimersi.
    Nei diversi tempi storici e in differenti ambiti geografici e culturali è possibile ritrovare Donne Signore, regine, principesse, duchesse ecc,ecc, che hanno svolto ruoli significativi e con grandi risultati.
    Allo stesso modo nei diversi tempi storici e in differenti ambiti culturali è possibile ritrovare Donne Lavoratrici che hanno svolto non solo lavori di servizio domestico ma anche nella produzione agricola( l’agricoltura costituiva il settore prevalente dell’economia e da questo lavoro le donne non solo non venivano escluse ma anzi significativamente impegnate),nella produzione artigianale e industriale, nei lavori di cura dei corpi, dall’essere balie di neonati e neonate all’essere badanti di persone anziane,malate,moribonde.
    Allora ci impegnamo a riscrivere ognuna un pezzetto della storia in una operazione di ampia verità? Bene vengano i lavori come quello segnalato in Laboratorio donnae e complimenti alle autrici del lavoro a quante intervengono con i commenti. Molti saluti Giusi Ambrosio

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Questa voce è stata pubblicata il 12 marzo 2015 da in conosciamoci, donne, femminismo, filosofia, generi con tag , , , .

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