laboratorio donnae

donne a Castel Madama, Ciciliano, Tivoli

Tran Nguyen– scritto di Silvana Casellato – Dare  seguito al progetto iniziato il 12 ottobre a Castel Madama, quando abbiamo presentato la nostra associazione, denominata Noi Lilith – gruppo donne di Castel Madama e Ciciliano,  non  si presentava un’impresa facile,  ma il risultato raggiunto ci dice che siamo state capaci  di andare oltre i rispettivi limiti.

C’è stata, da parte di tutte, una precisa volontà di costruire vari momenti d’incontro.

Ci siamo raccontate le nostre diverse provenienze e invece di pensarle, come un limite, abbiamo convenuto che il confronto poteva avere delle ricadute a vantaggio di tutte. In vista del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,   Noi Lilith di Castel Madama e Ciciliano, Rete Rosa, 8 marzo 2012 e Diritti al Cuore di Tivoli abbiamo pensato 4 appuntamenti e realizzato un manifesto comune che è stato affisso nelle diverse località coinvolte.

La prima iniziativa l’ha tenuta Noi Lilith, il 24 novembre a Ciciliano. Qui abbiamo voluto che parlassero anche gli uomini, ci sono stati  momenti di imbarazzanti silenzi, ma anche tanta voglia di metterci “la faccia” per dire “no”, da parte dei presenti. Un modo per cominciare a mettere distanza con quegli uomini che continuano a pensare che il rapporto tra i generi comporti la sottomissione di un genere sull’altro.

Il 25 novembre, a Tivoli,  Rete Rosa, ha aperto la giornata  presso la Casa delle Culture e dell’Arte con la mostra fotografica “Donne”,  accompagnata da  proiezione di filmati e cortometraggi. Abbiamo letto poesie alternandole con intermezzi musicali. Sempre in mattinata i ragazzi e le ragazze del liceo classico Amedeo di Savoia  e dell’ Ipsiasc Olivieri hanno realizzato un  flash mob “Break the chain”. Nel primo pomeriggio  il gruppo 8 marzo 2012 ha organizzato un corteo a cui abbiamo partecipato tutte che ha attraversato le vie principali di Tivoli, sotto gli sguardi un po’ stupiti della gente, ma eravamo, tutte, felici di trovarci ancora una volta insieme. Durante il percorso  abbiamo letto a più voci le motivazioni che ci spingono a lottare, abbiamo detto ad alta voce  che vogliamo sconfiggere ogni forma di violenza. Siamo così confluite alla Casa delle Culture e lì ci siamo ripromesse di non perderci più di vista.

Ci siamo ritrovate il  29 novembre con l’associazione Diritti al Cuore e 8 Marzo 2012  in un laboratorio intitolato “A spasso tra i generi”  che si pone l’obbiettivo di andare alle radici del pregiudizio che scatena l’omofobia e la transfobia. Questo progetto verrà portato nelle scuole superiori di Tivoli.

L’evento conclusivo è tenuto il 30  novembre a Castel Madama, gestire un altro incontro a così breve distanza ci dava pensiero, invece, contro ogni previsione, la Sala Consiliare era gremita di donne e di uomini partecipi. Qui, a partire dal  libro scritto da Alessandra Colanera, “Processi per stupro nel Monastero Sublacense del secolo XVIII ”, edito da Uni Service,  e  il libero adattamento teatrale a cura di Giusi Martinelli, abbiamo avuto modo di  constatare quanto poco si sia modificato nel tempo il modo con cui si trattano questi argomenti.

In conclusione abbiamo  letto la testimonianza che una donna ha voluto consegnarci,  un gesto di grande fiducia, ma anche di rottura, un richiamo a non lasciare sole le donne che subiscono violenza. Storie di normale violenza quotidiana che avvengono, troppo spesso, sotto lo sguardo indifferente di parenti e amici.

In quell’occasione ci siamo lasciate con la promessa di andare all’Aquila il  6 dicembre, alla prima udienza del processo di secondo grado a Francesco Tuccia, ex militare campano accusato di aver violentato nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2011 una studentessa laziale fuori da una discoteca di Pizzoli.

Abbiamo tenuto fede a quella promessa, al nostro arrivo abbiamo trovato altri gruppi,  eravamo in tante e abbiamo manifestato, con un presidio di fronte al Tribunale,  la nostra solidarietà alla ragazza e la nostra contrarietà alla riduzione della pena al Tuccia che ha provocato danni permanenti alla vittima. Il tentativo dei suoi avvocati di derubricare il reato di violenza  sessuale e di prendere in considerazione le sole lesioni non ha avuto successo, oltre alla conferma della pena, gli è stato aggiunta, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, a conferma dell’efferatezza del crimine.

In quell’aula di tribunale ho risentito parole che pensavo di non ascoltare mai più in un processo in un paese civile.  Ma il tentativo palese di trasformare la vittima in colpevole, non ha avuto corso,  perché la nostra sola presenza testimoniava che alcuni linguaggi non sono più tollerabili.

Ritrovarci tante volte insieme, per dire no alla violenza, segnala una volontà di riconoscimento reciproco che va oltre i singoli momenti d’incontro, ci stimola a nuove prove comuni. Continueremo a trovarci, consapevoli che sarà una strada tutta in salita, ma abbiamo scoperto di aver voglia di misurarci con questa novità.  Il 18 di gennaio proveremo a parlare della situazione disastrosa dei consultori presenti sul  nostro territorio e tenteremo di costruire, insieme, strategie conseguenti. Vi terrò informate.

l’immagine è un’opera di Tran Nguyen

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